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    La corsa all’eolico

     

    La corsa all’eolico

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    Mentre Europa e Stati Uniti inseguono la Cina, che punta a raggiungere oltre 370 GW di energia prodotta dai suoi parchi eolici entro il 2025, in Italia lo scenario non è dei migliori.

    Bisogna far correre il settore delle rinnovabili, a partire dall’eolico. Mentre la Cina, con cinque anni di anticipo, punta a raggiungere oltre 370 GW di energia prodotta dai suoi parchi eolici entro il 2025, Europa e Stati Uniti procedono a rilento. L’Unione Europea, secondo le previsioni, nel 2023-2027 dovrebbe installare in media 20-25 GW eolici all’anno, un valore insufficiente che impone un’accelerazione.

    E in Italia? Lo scenario non è dei migliori. Ai 12 GW già installati è necessario aggiungerne altri 14 per centrare gli obiettivi del nuovo Pniec al 2030 e un ruolo importante dovrà giocarlo il repowering dei vecchi parchi eolici, che consente di ottenere più del doppio della potenza con meno della metà delle turbine. Ma a frenare lo sviluppo dell’eolico ci sono le tante bufale che gli ruotano intorno e che oggi puntiamo a sfatare.

    È vero che l’eolico rovina il paesaggio?

    FALSO. Non esiste un paesaggio come “Dio lo ha creato”. E non esisteranno più i paesaggi come li conosciamo oggi se non combattiamo con una certa velocità l’emergenza climatica. Se non vogliamo cancellare bellezze e peculiarità dei nostri territori, lasciandoli in mano a siccità ed eventi estremi, l’unica soluzione è realizzare tanti impianti eolici e solari, che certamente cambieranno il panorama ma salveranno proprio quello a cui teniamo di più. Ricordando sempre che non esiste l’impianto perfetto!

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    L’eolico distrugge la biodiversità locale.

    FALSO. Come ormai dimostrano tanti studi, l’eolico è non solo perfettamente integrabile nei territori, ma anche nella natura e nelle attività agricole. Nel nostro Paese, infatti, diversi parchi si sviluppano tra uliveti e vitigni. Tante sono ormai le ricerche che dimostrano, ad esempio per l’eolico offshore, quanto la flora e la fauna marina si sviluppino tranquillamente anche in presenza delle pale eoliche. Gli impianti, spesso, anche grazie all’interdizione alla pesca e alla navigazione, si trasformano in aree di ripopolamento e sicurezza. Gli impatti sull’avifauna sono assolutamente limitati e sono mature tecnologie che permettono di fermare le pale quando c’è un consistente passaggio di uccelli.

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    L’eolico limita turismo e fruizione delle aree.

    FALSO. Diversi sondaggi raccontano come non solo ai turisti le pale eoliche non disturbino affatto, ma che pure in presenza di un parco eolico, a mare o su terraferma, tornerebbero tranquillamente nei loro posti del cuore. In Germania addirittura hanno realizzato una guida turistica ad hoc con oltre 200 luoghi, anche con parchi eolici molto grandi, addirittura con la possibilità di salire sulle torri e godere di un panorama dall’alto delle pale eoliche. Anche in Italia esiste una guida simile sviluppata da Legambiente, si chiama “Parchi del vento” ed è consultabile online (parchidelvento.it).

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    L’eolico è una fonte di produzione di energia intermittente e non potrà mai garantire la sicurezza energetica.

    FALSO. Certo, l’eolico è una tecnologia che produce energia solo quando è disponibile la risorsa vento. Come il solare che produce energia quando c’è il sole. Per questo si parla di mix delle tecnologie, da associare a sistemi di accumulo e sviluppo della rete, per garantire produzione e sicurezza del sistema.

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    In Italia non c’è abbastanza vento, infatti le pale sono quasi sempre ferme.

    FALSO. Le pale eoliche lavorano mediamente per due terzi del tempo e si fermano solo in mancanza di vento o quando sono in manutenzione. Una condizione normale e considerata negli investimenti delle imprese. Oggi non ci sono incentivi in conto capitale destinati agli impianti solo per averli costruiti, i ritorni economici derivano solo dalla produzione dell’energia elettrica immessa in rete.

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